Guerra in Medio Oriente Gli Stati Uniti frenano le armi a Israele, ma intanto c'è lo stallo sulla tregua

SDA

8.5.2024 - 21:23

Il premier israeliano Netanyahu
Il premier israeliano Netanyahu
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Non si sblocca la situazione al Cairo nei negoziati tra Hamas e Israele per una tregua a Gaza e, anzi, i colloqui sembrano volgere al peggio. Secondo una fonte della fazione islamica, il confronto «è finito e Netanyahu è tornato al punto di partenza». Anche un funzionario israeliano ha ammesso che nella capitale egiziana «non c'è stata una svolta».

8.5.2024 - 21:23

In questo stallo sono proseguiti con intensità i combattimenti a Rafah, dopo che le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno preso il controllo della parte palestinese del valico con l'Egitto.

L'escalation nella zona continua ad essere osteggiata dagli Stati Uniti, che hanno mandato un segnale forte all'alleato: per la prima volta, hanno confermato di aver congelato un carico di armi diretto allo Stato ebraico e stanno «rivalutando l'invio di altre spedizioni militari a breve termine», ha annunciato il segretario alla Difesa Lloyd Austin.

Mentre in Egitto la porta della trattativa per un cessate il fuoco resta appena socchiusa, il direttore della Cia William Burns è arrivato a Gerusalemme dove ha visto il premier Benjamin Netanyahu e il capo del Mossad David Barnea. L'obiettivo è quello di spingere al massimo per riaccendere i negoziati da un lato e dall'altro evitare che l'operazione a Rafah prosegua.

La previsione più coerente è quella di un anno di guerra

Allo stesso tempo, dal campo israeliano si ribadisce quanto sia irrealistica la prospettiva di uno stop permanente delle ostilità invocato da Hamas. A giudizio del portavoce dell'Idf Daniel Hagari, la previsione più coerente è quella di un anno di guerra: «Non inganneremo l'opinione pubblica. Anche dopo che ci saremo presi cura di Rafah – ha detto Hagari – ci sarà il terrorismo. Hamas si sposterà a nord e si riorganizzerà».

Per questo, ha annunciato, l'esercito ha «presentato un piano al governo per combattimenti a Gaza che dovrebbero durare un anno».

A Rafah intanto ci sono stati scontri ravvicinati con i miliziani islamici nella parte orientale della città. L'Idf ha fatto sapere che «prosegue l'operazione di antiterrorismo per eliminare Hamas e smantellare le sue infrastrutture in specifiche aree di Rafah est». Ed i soldati «hanno eliminato terroristi e scoperto imbocchi di tunnel», mentre procedono anche «i raid mirati sul lato di Gaza del valico».

Gli USA sospendono la consegna di un carico di bombe

Proprio l'operazione nella città più a sud della Striscia – dove sono stipati un milione e mezzo di sfollati – ha indotto gli Usa a sospendere la scorsa settimana la consegna di un carico di bombe. Si tratta, secondo quanto riferito da una fonte anonima della amministrazione Biden, «di 1800 bombe da 910 chili e 1700 bombe da 225 chili».

Ancora più chiaro è stato il segretario Austin. Al momento, ha spiegato in un'audizione al Senato, «è in revisione l'assistenza in materia di sicurezza a breve termine, nel contesto degli eventi in corso a Rafah». Austin ha chiarito che una decisione definitiva ancora non è stata raggiunta, ma una fonte israeliana ha fatto sapere che l'iniziativa americana è stata accolta con «profonda frustrazione».

La sensazione, è stato rilevato, è che Washington voglia promuovere il piano di tregua sul quale Hamas ha concordato.

Le ostilità tra Hamas e Israele proseguite anche oltre Rafah

Le ostilità tra Hamas e Israele sono proseguite anche oltre Rafah. Al 215esimo giorno di guerra, l'Idf ha annunciato l'uccisione in un raid di Ahmed Ali, il comandante della forza navale del nemico a Gaza City.

La fazione palestinese ha invece reso noto che è stata trovata «una terza fossa comune all'interno dell'ospedale al-Shifa di Gaza City con 49 corpi finora recuperati», per un totale di «sette fosse comuni all'interno degli ospedali» della Striscia. Israele intanto ha annunciato di aver riaperto il valico di Kerem Shalom da dove transitano gli aiuti a Gaza, come chiesto dagli Usa e dall'Onu.

Al contrario, secondo l'Unrwa, nessun aiuto è ancora entrato a Gaza attraverso quel valico.

Prosegue anche lo scontro al confine nord di Israele con i razzi degli Hezbollah e i raid di risposta. Il ministro della Difesa Yoav Gallant ha parlato della possibilità di «un'estate calda» su quel fronte.

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